L’Eneide e Brindisi
Fu sulla costa brindisina che Enea e i suoi compagni sbarcarono, toccando così per la prima volta il vaticinato suolo di Italia.
“E’ di vèr l’Oriente un curvo seno
in guisa d’arco, a cui di corda in vece
sta d’un lungo macigno un dorso avanti,
ove spumoso il mar percuote e frange.
Nei suoi corni ha due scogli, anzi due torri,
che con due braccia il mar dentro accogliendo,
lo fa porto e l’asconde; e sovra al porto
lunge dal lito è ‘l tempio. Ivi smontati
quattro destrier vie più che neve bianchi,
che pascevano il campo, al primo incontro
per nostro augurio avemmo.” (1)
Qui dunque, sulla costa dei Càlabri (Brindisi era detta Calabria), sbarca Enea con i suoi compagni.
Foto (1) pag. 12
“Se dunque così stanno le cose: che la costa brindìsina fu quella che Enea e i suoi compagni videro per la prima volta salutandola col grido di Italia! Italia! Che sulla terra brindisina Enea e i suoi compagni di venti vascelli posero piede per la prima volta in Italia; che quivi quattro cavalli bianchi come neve ebbero per loro primo incontro; e che quivi essi eressero altari; e che quivi solennemente offrirono preghiere, e doni e sacriflci agli Dei; sì deve dire che Brindisi rappresenta un luogo e un momento esaltanti e primigeni di tutta l’epopea Virgiliana.” (1)
Stampa su cartellonistica P.za Colonne
Cartolina fine XIX sec.
Tanto più che Virgilio, acclamatovi cittadino, qui vi dimorò, ebbe casa, e quivi esalò ultimo respiro.
Brindisi. La casa detta di Virgilio, dall’Album del Viaggiatore, Marzolla. Fototeca Briamo BAD
“Dal nome dei Brundusini chiamati Calabri, i Romani dettero il nome di Calabria a tutto il Salento del quale Brundusium era il capoluogo. Perfino l’estremo Promontorio Salentino (odierno Capo di Leuca) è spesso chiamato Promontorium Brundusinum (così Livio, lib. 10, cap. 2). La Regio II Augustea prese il nome di “Apulia et Calabria” – Puglia e Salento. Nel Medio Evo i Bizantini trasferiranno il nome di Calabria al Bruzzio (Calabria odierna).” (1)
Virgilio e Brindisi
“Lo storico brindisino Andrea Della Monaca, dopo aver narrato dei rapporti di grande dimestichezza ed amicizia che intercorsero fra i Brindisini e Cicerone che non tralasciò mai occasione per tesserne l’elogio; e fra i Brindisini ed Orazio, questo ultimo legato a Brindisi anche da vincoli di origini e di sangue perchè appartenente al ramo Venosino della famiglia brindisina dei Flacco della quale Cicerone nei suoi scritti fa spesso un gran parlare, continua:
«Non men stretta amicizia hebbe l’altro cioè Virgilio co’ Brundisini affetionandosi di tal modo a quelli, che volle farsi lor cittadino, come fu da tutti unitamente acclamato, eligendosi anche la casa, che è nella parte della città che mira per drittura al porto sopra il promontorio delle due Colonne. Quivi menò egli parte de’ suoi anni, e quivi scrisse parte delli suoi meravigliosi componimenti dell’Egloghe, delle Georgiche, e dell’Eneide, benchè la sua habitazione sia humile, ad ogni modo si reca Brindisi a maggior vanto e a maggior gloria quelle mura volgari, che furono degni d’esser stanza d’un tal poeta, che non si vanta Roma dei famosi palagi di Nerone».” (1)
“In questi tempi (19 a. Cr.) quel Semidio della Poesia latina, Virgilio, mori in Brindisi nella propria casa, ch’ei vi tenea, donde havea prima partito, per andare in Grecia (…).
«Quivi hebbe da’ pietosi amici Brindusini gl’estremi honori, celebrandosi pomposamente i suoi funerali, secondo l’uso di quei tempi, con pianto universale, e particolarmente de’ virtuosi, de’ quali, come s’è detto, era abbondante la città di Brindisi». «Il suo corpo non fu dato alle fiamme, com’era costume antico di conservare le ceneri de’ defunti nell’urne, che non dovea esser esca del fuoco, chi con sì alto stile havea cantato gl’incendij di Troia, nè doveano quelle fiamme oltraggiare colui, che con singolar encomio di pietà l’havea all’eternità consacrate».
Circa la morte avvenuta in Brindìsi e la traslazione della salma di Virgilio in Napoli, non esiste alcun dubbio. Anche Dante, nella Divina Commedia, fa dire allo Spirito dello stesso Virgilio:
“Lo corpo, dentro al quale io facea ombra,
Napoli l’ha e da Brandizio è tolto.”
(Purg. III, vv. 26 e 27)
E, peraltro, la morte di Virgilio in Brindisi è sempre stata storicamente univoca. Storicità antichissima, univoca e pacifica che, del resto, si è sempre intesa nel noto epitaffio che si dice dettato dallo stesso Virgilio:
“Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pasqua, rura, duces”, e cioè: “Nato a Mantova, morto a Brindisi, sepolto a Napoli: fui il cantore dei pascoli, dei campi, degli eroi”,
con riferimento rispettivamente alle Bucoliche, alle Georgiche, all’Eneide.
Della casa di Virgilio, come identificata e riconosciuta per tale da una immemorabile tradizione, tutti gli scrittori brindisini hanno sempre parlato. Ma, nell’agosto del 1529 Brindisi fu posta a sacco e fuoco da un’orda di 16 mila uomini «e perciò non si sono trovate altre memorie per essere state abbrugiate in detti tempi» (Cronaca dei Sindaci di Brindisi).
Onde, le più antiche cose scritte di cui oggi disponiamo localmente, sono i manoscritti di Giovanni Battista Casimiro (vissuto nella prima metà del ’500) e di Giovanni Maria Moricino (seconda metà del ‘500).
Qualche dubbio è stato avanzato sull’autenticità della “casa di Virgilio”, anche se la lapide murata sulla facciata nel bimillenario della nascita del poeta dà il fatto come certo:
QUI / AL TERMlNE
DELLA VIA APPlA/ PUBLlO VlRGlLlO
MARONE/ lL SUPREMO CANTORE DEI
CAMPI E DELL’lMPERO/ OR DUE MlL—
LENNl DI RlTORNO DALL’ELLADE/
L’ULTIMA VOLTA SALUTO’ / LA SATUR-
NIA TERRA/ lNTORNO AL SUO FOLGO-
RANTE LUME/ ADUNANDO/ GLI SPIRIT]
lMMORTALl DA LUI CANTATl/ A GUAR-
DlA DELLA POTENZA RlNNOVANTESl/
Dl ROMA/ OTTOBRE MCMXXX. ( fu cambiata nel secondo dopoguerra in MCM ndr).” (1)
La più antica indicazione della casa di Virgilio si ha in un documento del XVI secolo. ma di quella casa nulla oggi è visibìle all’esterno: verso la fine del 1800 “un proprietario rifacendo la sua palazzina adiacente, pensò di incapsulare il monumento nella sua rifatta costruzione”…
La Casa di Virgilio prima dei lavori di incapsulamento come si è potuta rilevare da quadri, litografie e fotografie dell’epoca.
Foto (1) p. 51. Virgil’s House, Brindisi. Ed. Picturesque Europe with ill. Kassel & Co. London.
Litografia riproducente il dipinto di C. Werner la cui firma figura in basso a sinistra del quadro.
“Brindisi Ignorata” di N. Vacca, p. 295. La cosiddetta Casa di Virgilio, da una stampa del 1874.
Litografia fine ‘800.
Fotografia inedita dell’anno 1896 pubblicata sulla pagina facebook di “Brindisini la mia gente”.
Proprietà Pietro Barbieri di Lecce, ottenuta grazie all’interessamento di Luca Di Giulio.
“Una fugace ricognizione all’interno della casa [permise] di constatare che tutti o quasi tutti gli elementi architettonici della casa di Virgilio erano stati lasciati indenni dal piccone. Si può dire, per intenderci, che davanti alla casa di Virgilio fu costruito uno schermo con parte di ingresso al pianterreno e con balcone di affaccio al primo piano. Ma il prospetto antico, divenuto interno, fu rispettato. . ..” (2)
Foto (1) p. 57.
Foto (1) p. 56.
“Naturalmente all’interno, per una profondità di cinque – sei metri è tutto un destreggiarsi fra archi e monoblocchi per ricavarne passaggi e ripostigli, e minuscoli ambienti di forme irregolari.
All’altezza di circa tre — quattro metri fu gettato un solaio a far da pavimento del primo piano: pavimento che oggi divide e separa in due l’altezza della vecchia costruzione. Di guisa che i motivi architettonici che noi conosciamo dalle vecchie stampe e dal quadro del Werner, si vedono tuttora partirsi dal piano terra. e attraversando il tetto-solaio, proseguire al piano superiore”.” (2)
Foto (1) p. 59.
Foto (1) p. 58.
Di seguito gli scritti originali a proposito della casa di Virgilio
Dell’antichissima città di Brindisi e suo celebre porto, Annibale De Leo (ed. 1846) pp. 70-71:
..In Brindisi finì i giorni suoi Virgilio, benchè Servio (ode 1 Aeneid.) abbia creduto che fosse morto in Taranto; nondimeno l’antico scrittore della di lui vita, attribuita a Donato, e S. Girolamo nella cronaca di Eusebio lib. 2 seguiti da infiniti altri gravi scrittori de’ tempi posteriori, assicurano di essere morto in questa nostra città; ed ecco le parole di S. Girolamo: “ Virgilius Brundusii moritur, Sentio Saturnino, et Lucretio Cinna coss. Ossa ejus Neapolim translata in secundo ab Urbe milliario sepeliuntur etc.”; e lo stesso disse Dante in quel suo verso del Purgat. Cant. 3.
Napoli l’ha, e da Brandizio è tolto.
E lo stesso sostengono pure s. Antonino nella Cronaca p. 1, cap. 6, tit. 4. Pontano de bello Neap. Infine, Galateo nell’epitaf. Del Re Alfonso. Summonte istor. Di Napol. Lib. 1, cap. 12, e tanti altri.
Che poi le di lui ceneri da qui fossero state trasferite in Napoli, ce ne assicurano i seguenti versi scritti da lui medesimo, e scolpiti sul suo sepolcro:
Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
Partenope: cecini pascua, rura, duces.
Si vede tuttavia in Brindisi un’antica casa fabbricata di grosse pietre, poco lontana dal mare, ed in faccia all’imboccatura del porto interno, presso le due antiche colonne, di cui si è parlato, la quale per antica tradizione si dice essere stata la casa di Virgilio.
Così il Casimiro nella M.S. apolog. Pag. 12 “Virgilii quoque domus, etsi non magna, magnis ferme lapidibus extructa, et degnissima quae tantum virum morientem excepit”.
Di ciò parla pure lo storico brindisino Andrea della Monaca (vedi infra) lib. 2, cap. 13, il quale ci fa sapere che Virgilio reduce dalla Grecia in unione di Ottaviano Augusto, trovavasi gravemente indisposto, e l’indisposizione si accrebbe per effetto della navigazione; e che dopo pochi giorni dall’arrivo in Brindisi se ne morì ai ventidue di settembre: ventotto anni prima di Cristo.
Atti di Santa Visita fatta dall’Arcivescovo G. Bovio nell’anno 1565 pag. 115
Parlandosi delle rendite di questo Capitolo della Cattedrale, e propriamente dei canoni enfiteutici, così sta scritto:
“Item grana duo cum dimidio super domo, quae dicitur Virgilii Maronis, in loco S. Stefani, quam possidet Donna Iulia Cristalda, juxta jardenum praedicti Alexandri Pandi, prope S. Stephanum, et juxta viam pubblicam ex borea”.
Memoria historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi, del molto Rev. Padre Maestro Andrea Della Monaca carmelitano della medesima città. Raccolta da diversi manuscritti brundusini, e d’altri autori esteri” (1674) pp. 244-245.
E che allora Brindisi fiorisse d’uomini dotti non solo ci si mostra dall’esempio di Cicerone, ma anco si può vedere dalla domestichezza, familiarità e amicizia che ci ebbero quei due gran Prencipi della poesia latina Virgilio e Orazio, de’ quali uno, cioè Orazio, benchè fusse di patria venusino, era non di meno oriundo della casa Flacca di Brindisi, con la quale avea stretta domestichezza, per il sangue, che con quella era congionto, come dimostra egli, descrivendo il suo viaggio da Roma in Brindisi, dove volea fermarsi e non passare altrove.
egressum magna me excepit amicitia roma,
brundusium longè finis charteque viaque
Non men stretta amicizia ebbe l’altro, cioè Virgilio con Brundusini affezionandosi di tal modo a quelli che volea farsi lor Cittadino, come fu da tutti unitamente acclamato, eligendovisi anco la casa, che è nella parte della città, che mira per drittura al porto sopra il promontorio delle due colonne.
Quivi menò egli buona parte de’ suoi anni, e quivi scrisse buona parte delli suoi meravigliosi componimenti dell’Egloghe, della Georgica, e dell’Eneide, e benchè la sua abitazione sia umile, ad ogni modo si reca Brindisi a maggior vanto e a maggior gloria quelle mura vulgari, che furon degni d’esser stanza di un tal Poeta, che non si vanta Roma dei famosi Palagi di Nerone, ch’erano chiamati Provincie di maraviglie.
La casa, attualmente di proprietà privata, non è visitabile.
Tuttavia, in occasione della manifestazione “Adotta un monumento: la storia di Brindisi incontra i ragazzi delle scuole”, sabato 17 maggio 2014, grazie all’impegno della D.ssa Anna Cinti – Dir. Museo Faldetta, e dell’Amministrazione Comunale, oltre ovviamente, alla disponibilità dei proprietari dell’abitazione, è stata concessa ai cittadini la possibilità di poter visitare questo importante monumento sconosciuto ai più! (leggi qui)
La Casa di Virgilio oggi
Così si presenta oggi la Casa di Virgilio agli occhi dei visitatori.
Una breve scalinata:
Un piccolo ingresso ben arredato,
e, in uno stretto corridoio l’antico prospetto riprodotto nel dipinto del Werner.
Le proposte che sono state avanzate negli anni si riducono in buona sostanza a una sola: Acquistare dall’attuale proprietario l’ala di edificio prospiciente Piazzetta Colonne, demolire per la necessaria estensione, tutto quanto a suo tempo sovrapposto e anteposto alla Casa di Virgilio, in modo da riportarla completamente alla luce. Poi, anche in un secondo momento, sistemare anche l’area esterna magari con un rifacimento delle facciate delle case e con l’aggiunta di capitelli, statue, lapidi, in maniera da creare un ambiente adeguato alla sua storia.
Ringraziamenti:
All’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini.
Un ringraziamento particolare alla D.ssa Anna Cinti Dir. Museo Faldetta per averci invitato all’evento “Adotta un monumento: la storia di Brindisi incontra i ragazzi delle scuole” e alla Biblioteca Arcivescovile A. De Leo di Brindisi, per aver gentilmente messo a disposizione le fotografie dell’archivio personale fotografico T.Col. Briamo.
Bibliografia e sitigrafia:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.”
(1) La casa di Virgilio in Brindisi, di Giuseppe Roma. A cura dell’EPT di Brindisi tip. Ragione Brindisi 1971;
(2) Guida di Brindisi, di Vittoria Ribezzi Petrosillo. Congedo Editore Galatina (LE) 1993